LA VIA DEL GAROFANO

Tracce di fede antica sulle strade del Sud

L'altare della cripta di Sant'Antonio Abate

La fede antica e la storia si incontrano lungo le strade del Sud. Taglia buona parte del Salento il ciclopellegrinaggio su cui è costruito l’itinerario La Via del Garofano ideato da Pro Loco di Squinzano, con il supporto dell’Asd Bikers Squinzano e Asd Ciclisti Campi, che affonda le sue radici in una pagina di passione e di fede ancora viva dopo quattro secoli.

A muovere i pellegrini è la storia di Maria Manca, una donna di Squinzano, dalla vita molto travagliata, che ebbe al suo paese una visione della Madonna. Fu lei a porgerle un garofano rosso dicendole: “Prendilo. Portalo al mio figliolo, a Galatone”. Era il 21 ottobre 1618 e lei il giorno dopo si incamminò verso Sud, raggiungendo Galatone per deporre quel garofano davanti all’icona di un Cristo redentore. Da quel momento la sua vita miracolosamente cambiò, compiendo guarigioni e dedicandosi al sollievo dei sofferenti, tanto da morire in odore di santità a 97 anni. Anche se poi, nonostante la sua figura sia sempre stata molto popolare nel corso dei secoli, non è stato mai concluso il processo di beatificazione.

L’itinerario ricostruisce in un percorso di fede il cammino che Maria Manca compì nel Seicento. A riproporlo per la prima volta, nel 2018 nel 4° centenario,  è stata la Pro Loco di Squinzano con il supporto degli appassionati ciclisti con le loro mountain bike insieme ad altri semplici fedeli, e da allora ogni anno il 21 ottobre si rinnova il legame che in nome del garofano rosso unisce le comunità di Squinzano e Galatone.

Si parte proprio all’ombra della Santuario dell’Annunziata e della Madonna del Garofano (km 0), davanti al cimitero di Squinzano, chiesa fatta costruire proprio da Maria Manca che visse in una stanzetta della stessa chiesa, ancora arredata con i mobili dell’epoca, e qui trovò sepoltura. Prima di partire, un piccolo prologo merita la Cappella dell’Apparizione, un altare costruito nel luogo dove secondo la tradizione avvenne la visione della Madonna, appena qualche centinaio di metri più a nord, all’ombra di secolari ulivi.

Ritornati al Santuario si parte attraversando Squinzano, toccando quella che si dice fosse la casa di Maria Manca (km 1,3), in una piazzetta del centro storico, per poi dirigersi verso sud su una rete di strade secondarie e rurali, sfiorando Trepuzzi, Novoli e Campi Salentina.

Quando si arriva vicino Carmiano è la Cappella della Cona (km 15) il crocevia di fede: chiamata così per indicare un’antica icona, la capella è stata storicamente meta di processioni in occasione di pestilenze, carestie e disastrosi eventi naturali.

Dopo aver attraversato la campagna di Leverano, si giunge a Copertino (km 23,9) dove sembra prevalere l’aspetto urbano, ma bastano poche centinaia di metri per ritrovarsi nel mondo medievale: il Castello di Copertino (km 24,6), uno dei più imponenti di Puglia, accoglie il viaggiatore con le mura che si affacciano sul grande fossato, e uno straordinario portale rinascimentale che introduce negli ambienti interni. Costruito nel Cinquecento, è praticamente intatto.

Si riprende il percorso della fede con la tappa al Santuario di San Giuseppe da Copertino (km 24,9), costruito nel Settecento proprio di fronte alla Casa paterna del santo, oggi trasformata in semplice cappella. All’interno, tra le altre reliquie, c’è anche il cuore, giunto a Copertino da Osimo nel 1953: è custodito nella Stalletta dove, secondo la leggenda, il santo nacque quattro secoli fa.

Si esce da Copertino, imboccando via esterna Casole che porta al cospetto dell’incantevole chiesa di Santa Maria di Casole (km 27,5) che, con il suo convento, fa parte di un antico casale medievale. E qui si respira l’aria di una storia dimenticata, che secondo alcuni risale addirittura al terzo secolo dopo Cristo, ma si gode anche la bellezza infinita dei frammenti dei volti che emergono dagli affreschi sopravvissuti all’onta del tempo (e dell’abbandono). Intorno alla chiesa i ruderi del convento e di altri edifici indicano che qui c’era un vero e proprio laborioso villaggio, crocevia di culture grazie ai rapporti intessuti dai monaci bizantini.

Si ritorna a solcare la florida campagna di Copertino, costellata di storiche masserie e aziende agricole, fin quando, oramai in agro di Nardò, fra i campi piatti piatti si scorge una croce in ferro, il segno di un luogo magico: a sorpresa la terra lascia lo spazio alla roccia tufacea, dove è scavata la Cripta di Sant’Antonio Abate (km 35,7). E la meraviglia conquista davanti ai colori degli affreschi bizantini che caratterizzano questo singolare luogo di culto, venerato ancora oggi. Spiccano su tutti, affianco a Sant’Antonio Abate, i santi guerrieri, armati e a cavallo: San Giorgio e San Demetrio.

Si va avanti attraversando con attenzione la provinciale, si entra nella zona industriale per superarla e oltrepassare da un sottovia la statale Lecce-Gallipoli e si arriva nella periferia di Galatone dove si viene accolti dal Santuario Madonna della Grazia (km 40,8). E anche qui la fede assume le forme del culto bizantino con l’icona di una Madonna che allatta Gesù Bambino custodita all’interno dell’edificio realizzato alla fine del Cinquecento.

Ancora poche pedalate e si entra a Galatone (km 41,7), entrando nel borgo antico dove, proprio di fronte al Palazzo Belmonte Pignatelli, c’è il Santuario del Crocifisso (km 42): qui Maria Manca arrivò con il suo garofano rosso. L’evento è ricordato da due grandi tele che lo hanno tramandato nel tempo, alimentando il culto per una donna speciale. E di prodigi qui si narra ne siano accaduti tanti, come quello ricordato da un buco nel pavimento della chiesa: in quel punto, si racconta, pare abbia sbattuto la testa un operaio rimasto miracolosamente illeso nonostante fosse caduto da una notevole altezza.

La chiesa, con la sua straordinaria facciata barocca in carparo che si colora quasi di arancione illuminata dal sole, è seicentesca mentre al suo interno sembra ancora di avvertire il profumo di quel garofano che cambiò la vita di Maria Manca, alimentando la fede di due comunità.

info tecniche

Percorso:
in linea, senza segnaletica

Punto di partenza:
Squinzano

Punto di arrivo:
Galatone

Lunghezza:
km 42

Dislivello:
+165/-145

Strada:
asfalto (80 per cento) e sterrato (20 per cento)

Paesi interessati:
Squinzano, Copertino, Galatone

Difficoltà: media

Bici consigliate:
Trekking, Gravel, Mountain Bike

Tempo di percorrenza:
3/4 ore

Itinerario proposto da:
Pro Loco Squinzano

Mappa